Platone

 La crisi dell'epoca e la critica al relativismo sofistico

Secondo Platone la crisi sociale e politica del suo tempo é l'espressione di una crisi più profonda (riguarda tutta l'esistenza umana). Egli è convinto che una riforma esistenziale e politica deve partire innanzitutto dalla filosofia, perché solo quest'ultima è in grado di condurre a nuove e solide certezze intellettuali. 

La fondazione dall'Accademia 

Platone fondò nel 387 a.c. l'Accademia, per portare avanti il suo progetto di rigenerazione spirituale dell'uomo basato sul sapere filosofico.  L'Accademia era un'associazione religiosa dedicata al culto delle Muse, ma soprattutto un importante luogo di studi, dotato di una biblioteca e di materiale didattico e scientifico, in cui si dedicavano alla ricerca tanti giovani aristocratici di Atene ed all'intero mondo greco. Un obiettivo dell'Accademia è quello di istruire uomini capaci di orientare le scelte politiche. L'istituzione si mantenne attiva per più di 900 anni, poi fu chiusa dall'imperatore Giustiniano. 

Le nuove forme della comunicazione filosofica: il dialogo 

Platone utilizza maggiormente nelle sue opere la forma dialogica, perché secondo lui l'essenza della filosofia è rappresentata dal modello socratico, che si basava sull'indagine condivisa.  La forma dialogica si presta ad esprimere l'idea della verità come ricerca continua e interpersonale che non può essere confinata in un sistema chiuso e definitivo.  I dialoghi platonici sono popolati di personaggi che esprimono la propria opinione: conversano tra loro, fanno domande ed hanno risposte, manifestano un differente punto di vista su un tema comune.

Il ruolo del mito

 Il mito platonico a duplice funzione: 


  •  Serve per comunicare in modo più accessibile e intuitivo
  •  Viene utilizzato per alludere a realtà che vanno al di là dei limiti dell'indagine razionale.

La teoria delle idee 

La ricerca di un criterio di verità solido e incontrovertibile 

 Platone inizia la sua ricerca del punto in cui era arrivato socrate, quest'ultimo aveva detto che l'anima diventa buona e virtuosa attraverso la conoscenza.         Il problema che si pone ora platone è quello di stabilire che cosa siano le pene in generale i valori assoluti a cui deve ispirarsi il sapiente per promuovere un rinnovamento sociale.

 Platone riconosce in primo luogo che i sensi non consentono un'idea unica e oggettiva del bene,  perchè l'esperienza sensibile non è sorretta da un criterio univoco di Verità, ciò che è valido per me in una determinata circostanza non deve essere valido per altri.

La seconda navigazione 

 Platone elabora la teoria delle idee, facendo ricorso ad una metafora marinaresca: la prima navigazione si realizzava sospinti dal vento, mentre la seconda navigazione comportava, una volta subentrata la bonaccia, cioè condizioni di mare calmo e senza Brezza, il ricorso ai remi.  Platone sostiene di aver compiuto una prima navigazione sospinto dalle ricerche dei filosofi naturalisti, per poi intraprendere, deluso da quella, una navigazione ulteriore basata soltanto sulle proprie forze, che lo conduce alla scoperta del mondo delle idee.

Ci sono due piani dell'essere, uno fenomenico e visibile,  l'altro meta - fenomenico è invisibile, quello delle idee, che può essere colto soltanto con gli strumenti nazionali.

Le idee e la loro natura 

 Le idee secondo platone non sono concetti astratti, ma entità di natura differente rispetto al sensibile indipendenti della nostra mente, sono la ragion d'essere di tutto ciò che esiste. Sono sostanze immutabili e perfette poste nell'iperuranio, le definisce incorporee, espressione piena del essere, in se e per se.

Il rapporto tra le idee e le cose

 Secondo Platone, c'è una relazione di mimèsi,  Egli sostiene che le cose imitano le idee, in questo senso le idee sono paradigmi o modelli universali della realtà.

 Platone parla anche di una relazione di partecipazione o mettessi, nel senso che le cose sensibili partecipano in qualche modo della perfezione delle corrispettive idee nel mondo ideale.

 In terzo luogo Platone parla di presenza o parusìa delle idee nelle cose, nel senso che il mondo sensibile non è una rivelazione o espressione visibile di quello ideale.

Il superamento del relativismo sofistico 

 Nonostante le relazioni che il filosofo individua tra il mondo ideale quello sensibile, il primo mantiene la propria assoluta rispetto al secondo, in quanto le idee rappresentano sia le cause, sia il metro di paragone delle cose.

 Platone, identificando la verità con le idee, elimina ogni forma di scetticismo e di relativismo e raggiunge un punto di vista assoluto e universale la sua dottrina mette capo a una metafisica delle idee che fonda giustifica i concetti il linguaggio al di là di ogni possibile dubbio.

La classificazione delle idee 

 Le idee sono distinte in due grandi tipologie:

  1.  Le idee di valori morali, estetici i politici come quelle del bene, della bellezza e della Giustizia
  2.  Le idee di enti geometrico - matematici, come il numero, il cerchio, la linea, il triangolo, il quadrato, l'uguaglianza...
La tesi cui Platone giunge nelle opere della maturità è che a ogni realtà sensibile deve corrispondere una forma ideale, esiste un'idea di tutto ciò che è.

 Platone non guarda al mondo delle idee come disorganizzato e confuso,  ma ritiene che ci sia una gerarchia di valori alla base della variegata struttura ideale e che al vertice si collochi l'idea del bene, che è il valore supremo a cui tutti gli altri si ispirano.

 Il bene di platone rappresenta genericamente qualcosa di divino, come divini sono l'anima, gli astri, le stelle e soprattutto non crea le idee, che sono eterne, limitandosi a trasmettere loro la sua perfezione, è dunque la causa universale di tutto ciò che è buono e bello.

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