I sofisti

 I sofisti

  •  I sofisti sono i primi insegnanti pagati nella storia
  Con i sofisti l'esercizio del sapere diventa un mestiere. Il termine sofista nell'antichità significava "sapientissimo", ma nel linguaggio odierno non ha un'accezione positiva. 
es. ci sono i cibi sofisticati, sono dannosi per la salute.
 Queste connotazioni negative sono state attribuite dai filosofi posteriori:
  • Aristotele 
  • Platone
Questo ha fatto si che le opere dei sofisti non fossero né trascritte né conservate.

La nuova virtù coincideva: 
  • con la capacità di vivere in società
  • saper partecipare ai pubblici dibattiti
  • essere in grado di convincere gli altri della propria idea
  • assumere decisioni rapide e condivisibili
 È dunque una virtù che comportava il confronto civile politico e la padronanza ampia e sicura del linguaggio e della Parola.
 i sofisti avevano lo scopo di formare i giovani, offrendogli un sapere pratico e operativo.
Protagora

 È il pensatore più originale del movimento, famoso in tutta la Grecia per la sua straordinaria eloquenza. A lui la tradizione attribuisce la celebre affermazione secondo la quale " l'uomo è misura di tutte le cose; delle cose che sono in quanto sono, delle cose che non sono in quanto non sono".

Il termine "uomo" può essere inteso come:

  • L'individuo singolo
 Dunque l'affermazione del sofista significherebbe che le cose appaiono diverse a seconda dei punti di vista soggettivi.
  • "Umanità", "genere umano"
 Protagora si riferisce al fatto che la percezione e la valutazione della realtà dipendono dalla particolare conformazione mentale degli uomini, che differisce, ad Esempio, da quella degli animali.
  • "Civiltà" o "popolo"  

 Equivale a una forma di relativismo culturale, secondo cui le cose sono valutate in modo diverso seconda delle abitudini e delle convinzioni delle comunità cui gli uomini appartengono.

 Emerge dunque una visione relativistica: non esiste una verità assoluta valida per tutti ma si devono mettere diverse interpretazioni delle cose e dei fenomeni a seconda del punto di vista.

 Allo stesso modo non vi è una legge naturale e universale che stabilisca che cos'è giusto e che cos'è ingiusto che cos'è bene e cos'è male: La morale e le sue prescrizioni, sono il frutto contingente delle abitudini e delle tradizioni storiche dei popoli.

 Protagora non vuole affermare una posizione scettica, secondo cui non si deve credere a nulla. Egli vuole sottolineare che corre rapportare ogni conoscenza al soggetto, ogni abitudine o credenza alla comunità politica cui quest'ultimo appartiene.

Giorgia

Il linguaggio non si identifica più come aveva detto Parmenide, con l'essere tra linguaggio e le cose si pone un installabile frattura.

 Si sviluppò una forma di "scetticismo metafisico" secondo cui non esiste nulla di oggettivo: sei anche le cose esistessero, non sarebbe possibile, per l'uomo, né conoscerle, né pensarle, ne comprenderle. 


Gorgia asserisce che:

  •  L'essere non esiste
Perché la sua esistenza implicherebbe una serie di contraddizioni logiche, come dimostra il fatto che le opposte tesi di filosofi naturalisti si annullano reciprocamente.
  •  Se anche esistesse non potremo conoscerlo
 Perché il pensiero non rispecchia la realtà, come sta a dimostrare il fatto che possiamo pensare cose inesistenti.
  •  Sì anche fosse conosciuto non potrebbe essere comunicato attraverso le parole

Perché hanno una natura diversa rispetto alle cose 

 Secondo gorgia non esiste alcun criterio di verità oggettivo pertanto la parola a potere assoluto e l'esistenza è una dimensione irrazionale e misteriosa.















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