I sofisti
- I sofisti sono i primi insegnanti pagati nella storia
Con i sofisti l'esercizio del sapere diventa un mestiere. Il termine sofista nell'antichità significava "sapientissimo", ma nel linguaggio odierno non ha un'accezione positiva.
es. ci sono i cibi sofisticati, sono dannosi per la salute.
Queste connotazioni negative sono state attribuite dai filosofi posteriori:
Questo ha fatto si che le opere dei sofisti non fossero né trascritte né conservate.
La nuova virtù coincideva:
- con la capacità di vivere in società
- saper partecipare ai pubblici dibattiti
- essere in grado di convincere gli altri della propria idea
- assumere decisioni rapide e condivisibili
È dunque una virtù che comportava il confronto civile politico e la padronanza ampia e sicura del linguaggio e della Parola.
i sofisti avevano lo scopo di formare i giovani, offrendogli un sapere pratico e operativo.
Protagora
È il pensatore più originale del movimento, famoso in tutta la Grecia per la sua straordinaria eloquenza. A lui la tradizione attribuisce la celebre affermazione secondo la quale " l'uomo è misura di tutte le cose; delle cose che sono in quanto sono, delle cose che non sono in quanto non sono".
Il termine "uomo" può essere inteso come:
Dunque l'affermazione del sofista significherebbe che le cose appaiono diverse a seconda dei punti di vista soggettivi.
- "Umanità", "genere umano"
Protagora si riferisce al fatto che la percezione e la valutazione della realtà dipendono dalla particolare conformazione mentale degli uomini, che differisce, ad Esempio, da quella degli animali.
Equivale a una forma di relativismo culturale, secondo cui le cose sono valutate in modo diverso seconda delle abitudini e delle convinzioni delle comunità cui gli uomini appartengono.
Emerge dunque una visione relativistica: non esiste una verità assoluta valida per tutti ma si devono mettere diverse interpretazioni delle cose e dei fenomeni a seconda del punto di vista.
Allo stesso modo non vi è una legge naturale e universale che stabilisca che cos'è giusto e che cos'è ingiusto che cos'è bene e cos'è male: La morale e le sue prescrizioni, sono il frutto contingente delle abitudini e delle tradizioni storiche dei popoli.
Protagora non vuole affermare una posizione scettica, secondo cui non si deve credere a nulla. Egli vuole sottolineare che corre rapportare ogni conoscenza al soggetto, ogni abitudine o credenza alla comunità politica cui quest'ultimo appartiene.
Giorgia
Il linguaggio non si identifica più come aveva detto Parmenide, con l'essere tra linguaggio e le cose si pone un installabile frattura.
Si sviluppò una forma di "scetticismo metafisico" secondo cui non esiste nulla di oggettivo: sei anche le cose esistessero, non sarebbe possibile, per l'uomo, né conoscerle, né pensarle, ne comprenderle.
Gorgia asserisce che:
Perché la sua esistenza implicherebbe una serie di contraddizioni logiche, come dimostra il fatto che le opposte tesi di filosofi naturalisti si annullano reciprocamente.
- Se anche esistesse non potremo conoscerlo
Perché il pensiero non rispecchia la realtà, come sta a dimostrare il fatto che possiamo pensare cose inesistenti.
- Sì anche fosse conosciuto non potrebbe essere comunicato attraverso le parole
Perché hanno una natura diversa rispetto alle cose
Secondo gorgia non esiste alcun criterio di verità oggettivo pertanto la parola a potere assoluto e l'esistenza è una dimensione irrazionale e misteriosa.
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