Gli ionici e il problema dell'arché

 I primi filosofi, cercarono di trovare una risposta razionale a domande di un certo tipo:

  • Qual'é l'origine dell'universo?
  • Come si spiega la vita sulla Terra?
  • Perché le cose sono come sono e accadono come accadono?
Tre filosofi di nome Talete, Anassimandro e Anassimene, svilupparono la prima riflessione filosofica intorno ai secoli VII-VI a.C nella Ionia. Sappiamo da Platone e Aristotele che questi tre filosofi avevano conoscenze di carattere tecnico-scientifico, 
ad esempio:
 Talete aveva previsto delle eclissi, 
 Anassimandro aveva inventato la prima carta geografica e importato dalla Grecia   all'oriente,  le conoscenze tecniche per costruire l'orologio solare.
Spiegavano i fenomeni atmosferici facendo ricorso a cause naturali e non più mitiche. Talete, Anassimandro e Anassimene avevano trovato una causa, un principio originario (greco: arché) da cui tutte le cose derivano. L'arché rappresenta: 
La materia di cui sono fatte le cose, la forza che le ha generate, la legge divina ed eterna che le governa e le rende intelligibili all'uomo. 

Talete: l'acqua come principio originario 

Agì come un uomo politico: spinse i greci della Ionia a unirsi in uno stato federativo con capitale Teo .
In qualità di matematico e fisico: scoprì diversi teoremi di geometria e le proprietà del magnete.
Talete pensava che il principio primordiale fosse l'acqua,  sulla base dell'osservazione e del buon senso che mostrano come ogni cosa vivente sia intrisa di questa sostanza. 
Pensiero di Talete dell'universo: 
  • All'inizio esisteva solo il grande oceano, da cui si è sviluppata la vita 
  • Si sono originati la terra e i corpi celesti 
  • Il mondo, come un disco piatto o un enorme zattera, fluttua sulle acque del mare. 
L'acqua per questo è l'elemento fondamentale,  ossia il principio di tutte le cose. Gli altri popoli mediterranei, affascinati dalla potenza dell'acqua, l'elemento fondamentale per la loro vita e civiltà , l'avevano anche divinizzata. Per esempio per gli antichi Egizi le acque del Nilo non erano solo causa di benessere, ma anche esperienza concreta di origine della vita: quando il fiume si ritirava dopo le inondazioni, lasciava il terreno abbastanza fertile da poter produrre abbondanti raccolti di grano.
La differenza tra la prospettiva di Talete e gli altri miti fondativi Arche egli non ricorre ad un interpretazione mitica o religiosa, utilizza soltanto argomentazioni razionali.

Anassimandro:l'Ápeiron come fondamento del reale
Anassimandro approfondisce la sua diversità  dai miti cosmogonici, infatti usa per primo il termine arché e individua la sostanza primordiale, che è all'origine dell'universo, in un principio detto Ápeiron, parola che significa " senza confini ". A differenza di Talete che aveva posto l'arché  nell'acqua, e di Anassimene che lo poneva nell'aria, Anassimandro parla di Áperion perché ritiene che il principio da cui derivano tutte cose non possa identificarsi con una di esse, ma debba essere una sostanza indistinta. Egli abbandona l'idea che alla sua origine possa esserci un elemento specifico. In ciò rivela una capacità  di astrazione fino ad allora sconosciuta. 
Anassimandro si pone anche il problema del modo in cui le cose derivano dalla sostanza primordiale. 
Ritiene che si tratta di un processo di separazione e differenziazione governato da una legge necessaria chiamata Dike (la Giustizia).
Tale separazione avviene con un movimento rotatorio, in virtù del quale i contrari come caldo e freddo si sviluppano. Tramite questa separazione si generano infiniti mondi, destinati a dissolversi e a ricomporsi, secondo un ciclo che ha una durata eterna.

Pur essendo alla base della vita, la separazione è allo stesso tempo fonte di infelicità, dato che gli individui mantengono la nostalgia per il " tutto originario" da cui derivano. Infatti la separazione è la causa principale della molteplicità e della differenza tra gli esseri e delle guerre. 
Un verso di Anassimandro dice: " Tutti gli esseri devono, secondo l'ordine del tempo, pagare gli uni agli altri il fio (la pena) della loro ingiustizia". La colpa che gli esseri devono espiare è la nascita, la quale richiede che ognuno di noi si stacchi dal tutto primordiale. 
Anassimene: l'aria come principio delle cose 
Anche Anassimene si occupò di ricerche naturalistiche, identificava il principio primo con l'aria o respiro, paragonando la vita dell'universo alla vita dell'uomo:" Come l'anima nostra, che è aria, ci sostiene, così il soffio e l'aria circondano il mondo intero ". Egli attribuisce al principio primo i caratteri:
 dell'infinità
 del movimento incessante 
L'aria è la forza che anima il mondo e il principio di ogni mutamento. Attraverso i processi di condensazione e rarefazione, egli spiega la trasformazione e generazione delle cose: infatti quando l'aria viene a rarefarsi diventa fuoco, quando si condensa diventa vento, nuvola, acqua, terra e pietra. L'universo che si costituisce grazie a questo processo è destinato a dissolversi nel principio originario per poi tornare a rigenerarsi da esso, in un ciclo di vita e rinascita destinato a durare in eterno.

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